Gede, Kenya: un viaggio nel cuore di un'antica città swahili

Pubblicato il 22 maggio 2025 alle ore 06:29

Nel cuore della costa del Kenya, tra le città di Malindi e Watamu, si trovano i suggestivi resti di una città perduta, un antico insediamento swahili avvolto nel mistero e nella vegetazione della foresta araba Sokoke.

Sto parlando di Gede, un sito archeologico che rappresenta una delle testimonianze più affascinanti della civiltà swahili dell'Africa orientale, e continua a stupire studiosi, viaggiatori e amanti della storia.

Gede è' un luogo meraviglioso, non solo importante dal punto di vista archeologico, storico e culturale.

Vi colpirà per il modo in cui la foresta si è unita ai resti della città, fino a diventare una cosa sola.

La cittadina, inoltre, è popolata da cercopitechipiccole scimmiette, chiamate dalla gente del posto "scimmie delle banane", ormai abituate alla presenza dei visitatori.

Non è consigliato dare loro del cibo, se non delle banane che potete acquistare direttamente all'ingresso.

Sappiate, però. che sarete circondati da decine di piccole e furbe creature, che salteranno ovunque pur di accaparrarsi una banana!

 

Gede, "la città perduta"

Gede è un’antica città arabo-swahili risalente al tredicesimo secolo, immersa nella foresta Arabuko-Sokoke, distante

circa 5 km da Watamu e 20 km da Malindi. 

E' uno dei pochi siti archeologici rimasti in Kenya e vale veramente la pena visitarlo.

Non si tratta di una visita impegnativa, anzi è molto piacevole passeggiare tra le rovine immerse nella vegetazione della foresta, soprattutto per scappare ad una giornata di caldo africano.

 

Il sito è facilmente raggiungibile da Watamu, in tuk tuk o in moto, oppure potete organizzare una visita con una guida locale, che possa accompagnarvi nel percorso e darvi qualche informazione in più in merito a Gede e alla sua storia..

Da Malindi, essendo un pò più distante, è preferibile organizzare una visita guidata.

 

Qualche cenno storico...

Ancora oggi, nonostante i diversi studi, non si sa per certo cosa sia successo a questa antica città e ai suoi circa 2.500 abitanti. La sua storia non è riportata in nessun testo arabo o portoghese risalente a quel periodo.

Dai diversi studi effettuati si è giunti alla conclusione che Gede è stata abbandonata due volte: la prima volta nel 1500 e la seconda volta, quella definitiva, nel corso del 1700.

Gli archeologi non hanno però rinvenuto segni di battaglie o pestilenze per giustificare la doppia evacuazione. Gli studiosi hanno due teorie a riguardo:

- La prima teoria sostiene che la causa delle evacuazioni furono le invasioni dei Galla, un’etnia somala che spesso varcava il confine andando a saccheggiate i villaggi.

- La seconda teoria sostiene che il villaggio originariamente si trovasse sulla riva dell’Oceano Indiano. Questo, ritirandosi, lasciò il villaggio in uno stato di siccità costringendo gli abitanti ad andarsene.

In seguito alle due evacuazioni la vegetazione ricoprì interamente Gede, tenendola nascosta. 

Le rovine furono scoperte per la prima volta dai colonialisti nel 1884,  dopo che un residente britannico di Zanzibar, Sir John Kirk, visitò il sito. Tuttavia, le rovine rimasero oscurate fino alla loro successiva riscoperta negli anni ’20, quando il sito iniziò ad attirare l'attenzione del governo britannico dell'Africa orientale.

 

 

Questo complesso di rovine archeologiche è diventato ufficialmente monumento nazionale nel 1927 e Parco Nazionale nel 1948. 

Nel 2000, all’ingresso del sito, è stato inaugurato un museo dove è possibile osservare tutti i reperti storici rinvenuti all’interno dell’antica città. 

Entrando nel sito archeologico...

Dai resti ritrovati è stato possibile stabilire che la cittadina era circondata da due cinte murarie che separavano la classe borghese dai comuni cittadini.

All'interno della parte borghese della città trovano spazio le rovine di tre moschee, del palazzo del sultano e di molte case, all'interno delle quali sono stati ritrovati oggetti provenienti da diverse parti del mondo.

 

Gli oggetti di maggior rilievo trovati sono una lampada proveniente dall'India, delle forbici della Spagna, dei vetri di Venezia e dei cocci di un vaso cinese.

Nelle case che circondano il palazzo del sultano si trovano bagni con turca e tinozza per lavarsi e alcune hanno anche un bidet e il lavandino, cosa molto strana per l’epoca a cui risale il villaggio.

All’interno del parco sono inoltre visibili arcate perfettamente conservate, portali in pietra e un tempio con al suo interno una colonna perfettamente conservata.

Le rovine sono circondate da una folta e rigogliosa vegetazione, ma con l'aiuto con una guida locale potrete facilmente riconoscere le diverse costruzioni che componevano la città, prima del suo definitivo abbandono, avvenuto, come dicevo in precedenza, nel corso del VII secolo per cause ancora non ben definite,.

 

Degli antichi splendori rimangono i resti di ben otto moschee, segno che la religione della popolazione fosse musulmana, ma anche rovine di un palazzo, di alcune case, di pozzi, di tombe e persino di bagni e di latrine.

 

 

 

Tutti gli edifici furono costruiti in pietra calcarea corallina e l'edificio più importante è sicuramente quello della Grande Moschea, di cui sono rimasti colonne, tracce di corridoi e parti di archi facente parte la struttura.

E' rimasto quasi intatto e ben conservato il Mihrab, la nicchia rivolta verso La Mecca, in cui l'imam recitava la preghiera.

Sono ben distinte anche le due parti della Grande Mosche: quella meridionale dedicate alla preghiera delle donne e quella settentrionale per gli uomini.

Visitare Gede è come aprire una finestra sul passato, in un luogo dove la storia e la natura si fondono in un’atmosfera di mistero e meraviglia.

Alla fine del percorso potrete visitare il Museo di Gede, dove vengono conservati alcuni reperti, e dove viene illustrata la storia della cultura Swahili e della città.

 

E queste sono le simpatiche scimmiette di Gede... Attenti a cappelli ed occhiali da sole!!

Qualche informazione utile...

Il sito archeologico di Gede è aperto dalle 08.00 alle 17.00.

Gede dista circa 8 km da Watamu e 16 km da Malindi.

Gede è ben segnalato, ma potete anche usare Google Maps: cercate semplicemente "Gede Ruins".

 

E' facilmente raggiungibile in tuc tuc o potete partecipare ad un tour organizzato, con guida locale.

Un Patrimonio da Preservare

Gede rappresenta un prezioso frammento della storia africana e islamica, spesso trascurata nei racconti storici tradizionali.

È una testimonianza della ricchezza culturale e dell’ingegno delle civiltà costiere dell’Africa orientale, e un promemoria di quanto ancora ci sia da scoprire sul passato del continente.

 

Vi consiglio di visitarlo accompagnati da una guida locale, per comprendere il sito e la sua importanza nella storia e nella cultura del Kenya.

 

Non conoscete guide locali affidabili?

Scrivetemi pure, vi fornirò dei preziosi contatti!

 

Buona visita!!

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